lunedì 23 gennaio 2012

Quando un cane è come un fratello_ 1^ parte

O come un figlio o come un nipote, o come un marito o come una moglie o come una nonna a cui si vuole tanto, tanto bene...allora vi consiglio questo libro di cui vi racconto la storia.

Ma ATTENZIONE: sarà un post abbastanza lungo!

UN INVERNO CON BAUDELAIRE di H.Cobert












Allora: questo libro l'ho regalato a Mauro per natale perchè mi piaceva la trama, perchè Elliot è una casa editrice che raramente mi delude e perchè...il cane in copertina era troppo bello.

L'ho letto in 2 sere.

La storia sembrerebbe banale (un ragazzo che perde lavoro, famiglia, diventa un barbone ma poi, grazie ad un cane, ritrova la retta via, etc).

Ma non è così.

Partendo dal presupposto che quasi tutte le storie sono banali, cosa le rende uniche?

Chi le scrive e come le scrive il signor chi.

Ed in questo senso Cobert ha fatto, col suo sentimento, di questo libro un piccolo gioiellino.

Un inno all'amore di un padre per la figlia ed una riconferma che gli animali a volte sono così umani che l'umanità di oggi a volte ti spaventa se confrontata con loro.

Ed invece di tutte le altre cose belle che potrei dirvi, di tutte le citazioni del testo che potrei postarvi, volevo segnalarvi cosa mi è passato per la testa finito il libro e poi spero che voi abbiate avuto degli animali domestici, perchè (anche se è banale) chi non ne ha avuti non potrebbe capire in toto.

Quando ho finito di leggere ho iniziato a pensare: ma perchè i fallimenti devono per forza essere visti sempre come negativi? Perchè chi ha fallito (e comunque è proprio una brutta parola, fallimento...) deve essere indicato come "colpevole"? Perchè nel nostro tempo non si può più dire "ho sbagliato, questa cosa non è andata bene, ora mi tiro su le maniche e faccio del mio meglio per ricominciare"?

Perchè non esiste più la commozione, l'empatia o semplicemente il voler bene agli altri?

Perchè quando vediamo ad esempio un barbone (e non voglio dire homeless o clochard che addolcirebbero il termine senza cambiarne la sostanza) pensiamo che sia un fallito e che non vuole far niente per cambiare?

Quanti pensano a qual'è la storia che si porta dietro? Quanti provano solo minimamente a pensare a perchè è arrivato lì? Perchè di fronte a loro andiamo avanti con indifferenza ed annulliamo i nostri pensieri?

Perchè abbiamo paura che potrebbe succedere a tutti. Ed è così: potrebbe davvero succedere a tutti.

E cosa proveremmo se "gli altri" andassero oltre, senza guardarci, come se fossimo invisibili, pensando solo a come puzziamo? Che brutto, vero?

Ma fallire NON E' PERMESSO.

Ma sapete che vi dico: io sono un'ex fallita ma ce l'ho fatta a ritornare sulla retta via!

Sono diventata una fallita quando ho smesso di provare sentimenti, di amare la mia parte umana, le mie debolezze, la mia ignoranza in certe cose per dare la precedenza al lavoro ed ai soldi.

Sono diventata una fallita quando guardavo dall'alto in basso chi non era come me, chi si accontentava di un lavoro qualunque e guardavo dal basso al'alto chi era migliore di me sul lavoro.

Poi un giorno ho deciso di fermare questa corsa pazza e senza senso verso il niente, queste settimane lontano da casa per lavoro, ho inziato a rallentare.

E poi è nata la Biba: la mia carriera è finita, il mio capo ha iniziato a farmi mobbing ed io?

Ho semplicemente voltato pagina e ricominciato a dare valore alle cose più ovvie: la casa, la famiglia, l'amore, il riposo, il pane, la torta di mele, i libri.

Ed il mio fallimento se n'è andato, semplicemente.

Non è la stessa cosa? O sìììì invece, è proprio la stessa cosa. Chi perde la propria umanità perde tutto.

....segue

"Più si riesce a guardare indietro, più avanti si riuscirà a vedere" W.Churchill

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