lunedì 23 gennaio 2012

Quando un cane è come un fratello_ 2^ parte

UN INVERNO CON BAUDELAIRE di H.Cobert













Pigra come sono, se avessi visto un post lungo come il mio su un altro blog non lo avrei mai letto tutto.

Perciò mi è sembrato più coerente fare due parti di questa pappardella che vi sto scrivendo e che in parte non centra proprio nulla col libro di Cobert che vi ho indicato, la cui lettura mi ha fatto venire in mente mille pensieri!

Come vi dicevo i primi pensieri che mi sono venuti in mente sono stati quelli sull'incapacità che quasi tutti ormai abbiamo di relazionarci con quelli che ci sembrano fallimenti della vita.

Poi ho iniziato a pensare ai papà.

Parto dal presupposto che secondo me la Biba ha il papà migliore che una bimba possa avere: che le vuole un mondo di bene, che gioca con lei, che le costruisce i giochi, che la abbraccia, che la culla, la ascolta, le spiega: ma che soprattutto STA con lei.

Ed anche il papà di qeusto libro è così, ed è così vero.

Ed è proprio bello leggere di questi papà...che oggi però sono sempre più rari.

Infine ho pensato all'ultimo dei miei cani: Simon.

Ormai è morto da più di dieci anni ed ancora, se penso al suo ultimo giorno, piango.

Simon era un bel pastore tedesco, che di tedesco non aveva proprio nulla se non la cuccia in giardino che non ha mai usato perchè voleva stare in casa.

Era buono come il pane e con me ha diviso il periodo 9-24 anni un record per un lupo.

Eravamo inseparabili e nel periodo dell'adolescenza è stato il mio miglior amico quadrupede.

A volte lo guardavo dormire e lui sognava e faceva dei movimenti e dei versi che mi cappottavo dal ridere e lui si svegliava offeso.

Oppure un'altra volta era venuto a casa nostra un amico con la sua cagnetta in calore e Simon era letteralmente impazzito d'amore: non mangiava più non giocava più, ero preoccupatissima, non avevo mai visto un cane anoressico. Ma anche quella poi l'abbiamo superata.

Oppure ancora litigavamo perchè occupava il mio posto sul divano e non voleva lasciarmelo: 2 imbecilli!

Ma come tutti i pastori aveva la displasia dell'anca.

Ed alla fine era davvero conciato male. Gli ultimi giorni poi sono stati uno strazio: ogni volta che si alzava era un patimento ma lui stoico insisteva ed andava in giardino faceva la pipì e cacca e poi tornava a sdraiarsi.

Finchè l'ultimo giorno non è più riuscito ad alzarsi.

Io ero con lui, e lo accarezzavo e lui piccino guaiva piano piano e provava ad alzarsi ma non ce la faceva.

Ogni tanto si appisolava e guando si risvegliava mi guardava con quegli occhi umani resi un pò opachi dal dolore.

Ma ad un certo punto, dopo l'ultimo tentativo di alzarsi fallito mi ha guardata in modo diverso: io suoi occhi erano lucidi ma determinati.

Ed in quegli occhi ho letto una preghiera. Ed allora mi sono fatta forza: ed ho chiamato il nostro veterinario che da 30 anni curava i nostri cani e quelli dei miei nonni.

E' arrivato e gli ha fatto una prima iniezione e mentre Simon si stava lasciando andare al sonno sono sicura che abbia pianto perchè finalmente non provava più dolore e così ci siamo detti arrivederci.

E poi il veterinario gli ha fatto l'ultima iniezione.

In casa mia tutti fino a pochi minuti prima facevano i grandissimi, ma poi nessuno ha avuto il coraggio di stare lì con lui fino alla fine.

Ma io dovevo stare lì!

Ed anche se scrivendo questo post sono riuscita a piangere di nuovo ripensando a quei momenti, sono felice di averlo salutato.

Perchè non si può passare davanti al dolore senza fermarsi, ignorandolo come se il dolore non esistesse, perchè esiste ed è forte certe volte, ma poi piano piano passa e diventa ricordo del dolore: e questo ricordo serve soprattutto per farci amare ancora di più il mondo senza di esso.

"Le lacrime più amare versate sulle tombe sono per le parole inespresse e per le azioni mai compiute" H.B.Stowe

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