venerdì 10 aprile 2015

Luoghi, suoni e profumi di un'infanzia felice a Genova...pensieri in ordine sparso

Da quando sono nata fino alle scuole media, con la mia famiglia abbiamo vissuta in una zona di Genova chiamata Quinto, in una piccola palazzina di via Gianelli dove i nostri due poggioli erano a picco sul mare.

I primi suoni che mi ricordo sono quello delle mareggiate d'inverno e la voce di mia mamma che ci chiamava dal terrazzo per andare a mangiare mentre noi bambini giocavamo in spiaggia d'estate.

Quando con i miei fratelli uscivamo da casa per andare a scuola iniziava la mia vita "fuori": subito uscita dal portone c'era "La Botteghetta" dove salutavamo Eugenio il fruttivendolo  e poi avanti, sempre sullo stesso marciapiede, che costeggiava il muro della villa di fianco a casa nostra, che era perennemente in ombra a causa degli alberi secolari che vi erano dentro e non vedevo l'ora che quel muro finisse perchè voleva dire che anche il "buio" del tetto di alberi sarebbe finito e questo immancabilmente accadeva davanti al macellaio; da questo momento continuavamo un pò più sereni: passavamo davanti alla latteria, poi davanti alla farmacia della Zia, poi dall'Immobiliare che era sempre chiusa con le porte in legno, e poi arrivavamo a scuola e per me lì iniziava il momento della gioia!

Ma non perchè fossi una secchione ma perchè la Da Verazzano era una scuola bellissima, anch'essa affacciata sul mare, con un cortile enorme: lo spazio ideale dove la Maestra Bologna ci portava ogni volta che a ricreazione non pioveva.


E soprattutto pieno di pitosfori: alberi bellissimi soprattutto quando fioriscono.


Ed è questo il profumo che, ogni volta che lo sento, mi ricorda la mia infanzia: il profumo dei pitosfori in primavera.


Un profumo particolare per un albero che i più ignorano ma che a me piace tantissimo; con la sua rotondità, i suoi fiori bianchi, le palline verdi con cui facevamo battaglie sfiancanti tra compagni.












Poi finita la scuola veniva il nonno (anche lui abitava a Quinto ma davanti a casa nostra in Via Monte Moro) e ci portava al Bar Colombo e prendevamo il gelato e poi andavamo ai giardinetti e anche lì era pieno di pitosfori ed io ero felice.


Oppure veniva la nonna e andavamo a casa sua che era un pò più lontana (ma sempre a Quinto) ed ero ancora più felice perchè: 1-abitava "nella via che porta al Quartiere Azzurro" e già dal nome mi sembrava un posto magico. 2-perchè sapevo che avrebbe preparato la cioccolata e mi avrebbe raccontato una delle sue storie (vai qui).


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E poi ci siamo spostati di circa 500 mt e siamo passati a Quarto dove le strade si chiamavano VIALI, non c'erano negozi ma solo case, villette e silenzio; il mare non lo vedevamo più anche se era alla fine della discesa ed per sentire il profumo dei pitosfori dovevo fare due fermate di autobus!

2 commenti:

  1. ... qualche anno dopo ti sei spostata piu' verso il centro a sturla, ma anche vicino al mare e per fare questo passo tuo marito si e' fatto venire il mal di pancia, il mare e' vicino ma non e' il mare di quinto e quarto e non ci sono pitosfori, ma il nostro rinsecchito bengiamino ma penso che il momento magico che hai perfettamente descritto lo possa vivere la nostra piccina con altri profumi ma con la stessa intesità.

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